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Il fatto che un bambino già intorno ai 9 mesi di età non mostri diverse espressioni facciali in base alle proprie emozioni (rabbia, felicità, tristezza...) può rappresentare un campanello di allarme.

Il volto è il nostro biglietto da visita: esso consente di far capire a chi ci sta davanti il nostro stato d'animo e le nostre emozioni attraverso la mimica facciale.

E' quindi un importante elemento che supporta la comunicazione e, talvolta, racconta più di quanto vorremmo far emergere.

Per poter valutare realisticamente quale sia e se sia presente un deficit nel riconoscimento delle espressioni facciali, sono stati svolti test in grado di riprodurre le espressioni facciali tipiche del contesto quotidiano, vale a dire test rappresentativi di quelle espressioni che si producono e scompaiono in pochi secondi.

Le persone, infatti, spesso rivelano le loro emozioni solo per un breve periodo di tempo e l'osservatore è quindi tenuto ad identificare rapidamente l'espressione per reagire in modo appropriato ai sentimenti della persona.

Uno studio del 2018 di Loth E. et al., ha cercato di sottoporre i partecipanti della ricerca ad uno specifico compito definito Films Expression Task, che utilizza immagini fisse catturate da scene di film.

I partecipanti avevano il compito di individuare quale fosse l'espressione che l'attore o l'attrice interpretava in diversi cortometraggi.

Il risultato è stato abbastanza chiaro.

Se emozioni come felicità, rabbia, tristezza, paura, sorpresa e disgusto, venivano facilmente individuate, ciò non avveniva per espressioni emotive quali l'essere beffardo, ferito, deluso o risentito.

Tale studio ha dimostrato che circa il 63% delle persone con autismo ha problemi di riconoscimento delle espressioni e che quindi sono più diffusi di quanto si possa immaginare.

Tuttavia, ciò non limita del tutto la comunicazione non verbale, la quale, però, in alcuni casi viene meno.

Il bambino potrebbe comunicare attraverso i gesti, ma riscontra numerose difficoltà per vari motivi, quali, ad esempio:

  • scarsa capacità di rispondere alle iniziative dell’altro e di attivarne l’attenzione verso un oggetto/evento,
  • scarsa integrazione gesto-sguardo,
  • difficoltà nel condividere espressioni affettive.

Un modo con cui favorire l'espressione delle proprie emozioni anche nelle persone con autismo è il ricorso alla musica: soprattutto se la persona autistica mostra una certa propensione verso il suono e il ritmo; questi possono essere sfruttati per migliorare le capacità comunicative e il comportamento verso se stessi e verso gli altri.