"Pablo" è il titolo di una serie dedicata al tema dell’autismo in onda su Rai dal 1 marzo: brevi episodi animati, rivolti ad un pubblico ampio, che raccontano di volta in volta il mondo del protagonista, un bimbo.
Già dalla prima puntata, "Una grande rondine viola", si evince facilmente l'angolazione con cui viene narrata la vita di Pablo, grazie anche allo sguardo e ai punti di vista di più personaggi che, incrociandosi e dialogando tra loro, riescono a dare un senso alla realtà.
L’episodio si apre con Pablo che gioca con una trottola il cui movimento ripetitivo vuole riportarci al bisogno di routine di cui spesso i bambini hanno bisogno. Immerso nel suo gioco, Pablo viene ad un tratto catturato da alcuni dettagli: piume colorate, pois viola, scarpe appuntite che, non trovando una collocazione d’insieme, lo gettano in un profondo smarrimento e sconforto. Ed è proprio questa sensazione di straniamento a mettere in moto la vicenda. Pablo, e noi con lui, viene infatti catapultato in una dimensione "immaginaria” in cui, prese le sembianze di un cartone animato, riuscirà a decodificare quanto si muove attorno a lui, attraverso il tessuto narrativo che si crea dagli sguardi incrociati dei suoi amici. In questo mondo “immaginario” il nuovo punto di partenza è dato dalla perplessità di un dinosauro che trova “strano” l’abbigliamento di Pablo. Questo mette in moto una serie di ipotesi tra i piccoli protagonisti che riescono tuttavia a trovare una risposta: Pablo potrebbe essere vestito per andare ad un matrimonio. L’iniziale “stranezza” sembra trovare così un suo significato. Rimane tuttavia da spiegare perché la madre di Pablo sia “sparita” poco prima di andare alla cerimonia mentre al suo posto sia comparsa una grande rondine. Che sia trattato di un falco? È una delle ipotesi proposta dagli amici di Pablo che tra travestimenti involontari, equivoci e paure, attuano un gioco di smascheramento e riconoscimento che permette di ritrovare la tranquillità. Ai piccoli protagonisti ora rimane da svelare il mistero della scomparsa della mamma di Pablo e quello della comparsa della grande rondine viola. Una voce fuori campo chiama Pablo ed ecco inaspettatamente comparire la grande rondine viola. Ma siamo sicuri si tratti di una rondine? Il dubbio di Raffa (la giraffa), apre così la strada ad osservazioni e curiosità che porteranno allo svelamento del mistero: la grande rondine non è altri che la madre di Pablo vestita a festa, pronta per andare al matrimonio!
Straniamento, smarrimento, dubbio, formulazione di ipotesi, decodifica graduale della realtà sono dunque gli elementi che portano Pablo e gli altri a ri-conoscere (nell’accezione di conoscer nuovamente) quanto si muove attorno a loro.
La narrazione, pensata per avvicinarsi al mondo dell'autismo con leggerezza ma non in modo superficiale, decentrando continuamente gli sguardi senza tuttavia perdere di vista il filo conduttore, è un passo in avanti verso l'inclusione. Pablo, a sua insaputa, ci porta per mano nel "suo" mondo, ce lo presenta e ce lo racconta, permettendoci di avvicinarci a quel suo modo di rispondere all'ambiente talvolta precario e i cui riferimenti possono disorientare se diversi da quelli decodificati in precedenza. Con Pablo e i suoi amici emerge che i linguaggi non sono tutti uguali e univoci, emerge che non tutto ciò che è considerato rassicurante lo è in sé. Situazioni, relazioni, elaborazioni "di Pablo" interpretano la realtà e la co-costruiscono insieme agli altri. Parlare del “mondo” di Pablo è semplicemente cercare di partire dal suo punto di vista che si interseca inevitabilmente al resto. Pablo diventa dunque un pretesto, un'opportunità per capire che nella realtà nella quale siamo immersi tutti, l'appartenenza non è esclusiva solo di una parte, non è esclusiva né di chi guarda Pablo come un bambino da "spiegare" né di Pablo stesso: la realtà è un punto d’incontro-scontro, di partenze e di ri-partenze, di vicinanze e di distanze. La differenza come condizione esistenziale che paradossalmente accomuna tutti, può essere colta anche attraverso la reciprocità degli sguardi e attraverso la possibilità quotidiana di cogliere vicinanze, contiguità e familiarità alla continua ricerca e sperimentazione di un precario equilibrio, ogni giorno.
Laura La Manna, Valeria Bruccola